L’amigdala è una struttura del cervello a forma di mandorla, da cui deriva anche il nome (dal greco amygdala che significa mandorla).
Come con la maggior parte delle altre strutture cerebrali, in realtà abbiamo due amigdale, che si trovano vicino all’ippocampo, nella porzione frontale del lobo temporale.
Le amigdale sono essenziali per la capacità di provare certe emozioni e di percepirle in altre persone.
L’emozione principale percepita è la paura e i molti cambiamenti che provoca nel corpo.
In alcuni studi, i ricercatori hanno stimolato direttamente l’amigdala di pazienti sottoposti a chirurgia cerebrale e chiesto loro di riferire le loro impressioni.
L’esperienza soggettiva che questi pazienti riferivano più spesso era di pericolo imminente e paura.
Un numero molto ristretto di pazienti che hanno avuto la perdita dell’amigdala (come risultato di un ictus, per esempio), hanno riconosciuto le espressioni facciali di ogni emozione tranne la paura.
L’amigdala, infatti, sembra modulare tutte le nostre reazioni ad eventi molto importanti per la nostra sopravvivenza.
Gli eventi che ci avvertono di un pericolo imminente sono quindi stimoli molto importanti per l’amigdala, ma lo sono anche gli eventi che segnalano la presenza di cibo, partner sessuali, rivali, difficoltà, e così via.
Ecco perché l’amigdala ha così tante connessioni con molte altre strutture del cervello.
L’amigdala ci fa reagire quasi istantaneamente alla presenza di un pericolo.
Così rapidamente che spesso prima ci spaventiamo e solo dopo ci rendiamo conto di cosa ci ha spaventato. Com’è possibile?
Tutto deve iniziare, ovviamente, con uno stimolo sensoriale, come una forma strana o un suono minaccioso. Come tutte le informazioni catturate dai sensi, questo messaggio deve essere indirizzato prima al talamo.
Il talamo invia quindi questo messaggio alla corteccia sensoriale appropriata (corteccia visiva, corteccia uditiva, ecc.), che lo valuta e gli assegna un significato.
Se questo significato è minaccioso, allora l’amigdala è informata e produce le risposte emotive appropriate.
Ma quello che è stato scoperto molto più recentemente è che una parte del messaggio ricevuto dal talamo si trasferisce direttamente all’amigdala, senza nemmeno passare per la corteccia!
È questo secondo percorso, molto più breve e quindi molto più veloce, che spiega la rapida reazione del nostro sistema di allarme naturale.
Ma questo percorso che salta la corteccia fornisce solo una rozza discriminazione di oggetti potenzialmente minacciosi.
È la corteccia che fornisce la conferma, poche frazioni di secondo dopo, se un dato oggetto rappresenta effettivamente un pericolo.
Quelle frazioni di secondo potrebbero essere fatali se non avessimo già cominciato a reagire al pericolo.
E se la corteccia risulta avvisarci che non c’è nulla di cui preoccuparsi, abbiamo semplicemente avuto un bel spavento, e basta.