Aoristo, tempo che riferisce in greco un’azione pura e semplice

aoristo
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Aoristo

L’aoristo (da ἀόριστος, “indeterminato”) è un tempo della lingua greca antica che riferisce un’azione pura e semplice, quindi non quella imperfettiva né quella perfettiva.

Conosciamo i verbi nei tempi primari (tempi si riferiscono all’azione nel presente o nel futuro) e i tempi secondari (tempi che si riferiscono al passato).

Questo articolo si occuperà del tempo secondario più comune: l’aoristo

Rispetto agli altri tempi passati, differisce in quello che viene chiamato aspetto.

Prima di discutere come formare questo tempo, è importante capire cosa intendiamo per termine grammaticale, aspetto.

L’aoristo individua l’azione di un verbo nel tempo, rispetto al tempo di chi parla. I tempi di base che noi conosciamo sono passato, presente e futuro.

L’aspetto esprime la relazione tra l’azione di un verbo e il passaggio del tempo, ovvero se l’azione, indipendentemente dal suo tempo, è:

  • In corso – azione continua o abituale.
  • Semplice – azione semplice o un’azione non contrassegnata per stabilire se i risultati dell’azione continuano.
  • Completato – azione passata che ha risultati permanenti o duraturi.

I verbi e gli infiniti greci possono esprimere tutti e tre gli aspetti, ma i più comuni sono gli aspetti in corso e semplice.

Il tempo aoristo trasmette sempre un’azione singola e discreta (cioè aspetto semplice).

Questo è il tempo più comune per riferirsi all’azione in passato. Il tempo imperfetto (sempre passato), ad esempio, trasmette sempre l’attività passata che era più di una singola azione in qualche modo (cioè l’aspetto in corso).

Primo e secondo aoristo

Alcuni verbi aggiungono un suffisso alla radice del verbo quando formano l’aoristo, altri no.

Se il verbo aggiunge il suffisso – σα – alla radice del verbo, è chiamato primo aoristo.

Se il verbo usa la radice del verbo senza suffisso, si chiama secondo aoristo.

Formazione del primo

Il primo aoristo aggiunge il suffisso – σα – alla radice del verbo, a cui si aggiungono le desinenze secondarie. Ricorda le desinenze secondarie – μι del verbo:

  • – ν = io (prima persona singolare)
  • – ς = tu (seconda persona singolare)
  • – σε = egli (terza persona singolare)
  • – μεν = noi (prima persona plurale)
  • – τε = voi (seconda persona plurale)
  • – σαν = essi (terza persona plurale)

Quando le desinenze secondarie per – μι vengono aggiunte al primo suffisso – σα -, le prime desinenze si evolvono per diventare:

  • (- σα – + – ν →) – σα = io (prima persona singolare)
  • (- σα – + – ς →) – σας = tu (seconda persona singolare)
  • (- σα – + – →) – σε = egli (terza persona singolare)
  • (- σα – + – μεν →) – σαμεν = noi (prima persona plurale)
  • (- σα – + – τε →) – σατε = voi (seconda persona plurale)
  • (- σα – + – σαν →) – σαν = essi (terza persona plurale)

La formula per formare il primo indicativo aoristo, quindi, è:

aumento + radice del verbo + primo marcatore aoristo (- σα) + desinenze secondarie

Sia i verbi atematici che quelli tematici al tempo presente (- μι e – ω verbi) formano i loro primi aoristi allo stesso modo.

Formazione del secondo

I verbi al secondo aoristo non aggiungono il marcatore – σα alla radice del verbo. Ci sono due tipi di secondi aoristi: Tematico e Atematico.

Secondi aoristi tematici

I secondi aoristi tematici sono i più comuni di questo gruppo. Usano le stesse desinenze secondarie di quelle usate per l’imperfetto:

  • – ον = io (prima persona singolare)
  • – ες = tu (seconda persona singolare)
  • – ε = egli (terza persona singolare)
  • – ομεν = noi (prima persona plurale)
  • – ετε = voi (seconda persona plurale)
  • – ον = essi (terza persona plurale)

Come sempre, iniziamo con la radice del verbo λαβ (prendere).

All’inizio della radice del verbo aggiungiamo un aumento (ἐ):

  • ἐλαβ prendere (indicativo secondario).

A questa radice aggiungiamo ora i nostri suffissi secondari.

L’Aoristo, Indicativo, Attivo di λαμβάνω (radice del verbo: λαβ)

  • ἔλαβον
  • ἔλαβες
  • ἔλαβε
  • ἐλάβομεν
  • ἐλάβετε
  • ἔλαβον

Secondi aoristi atematici

Non ci sono molti secondi aoristi atematici.

Prendiamo come esempio βαίνω , βήσομαι , ἔβην (radice del verbo:  βη -): passeggiata, venire, andare.

  • ἔβην
  • ἔβης
  • ἔβη
  • ἔβημεν
  • ἔβητε
  • ἔβησαν
  • Infiniti e aspetto

Come il presente e il futuro, l’aoristo si manifesta nello stato infinito.

Soltanto l’indicativo utilizza l’aumento, poiché è l’unico stato che specifica l’azione storica effettiva. Gli infiniti aoristi, essendo sostantivi verbali, non hanno mai l’aumento.

Primo Aoristo Infinito

Il primo aoristo usa la desinenza – σαι per l’infinito.

La formula per formare il primo infinito aoristo è:

radice del verbo + σαι

L’accento persistente sul primo infinito aoristo cade sulla penultima (λῦσαι, δεῖξαι, πιστεῦσαι).

Secondo Aoristo Infinito

La formula per formare il secondo aoristo infinito è:

radice del verbo + ειν

Si noti che è usa la medesima desinenza infinita del tempo presente. Le differenze tra i due infiniti sono la radice a cui viene aggiunta la fine e l’accento.

L’infinito attivo dell’indicativo presente accenta sulla penultima (λαμβάνειν).

Il secondo aoristo indicativo attivo infinito accenta col circonflesso sull’ultima (λαβεῖν).

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