Apostrofe
Il significato della figura retorica dell’apostrofe (dal greco apostréphein) è “rivolgersi”.
Infatti, questa è il metodo stilistico che consiste nello spezzare la collocazione naturale di un discorso per rivolgersi ad un interlocutore ipotetico, sia esso persona o cosa.
Questa viene usata per dare particolare effetto e immediatezza nel momento in cui si vuole dare enfasi ad un dato discorso.
Il tono deve essere concitato e vibrante ed ha una accezione particolarmente poetica.
Uso nella lingua comune:
L’apostrofe è adatta a chi deve convincere o cercare di essere convincente.
Perciò è particolarmente usata nella retorica e da chi la applica.
Gli avvocati, ad esempio, sono una categoria che, durante le arringhe, devono fare presa sulla giuria.
In questi casi, tale figura retorica è molto utile.
L’apostrofe è raramente usata nella narrativa odierna, tranne che nelle poesie invocative.
Esempi di Apostrofe
Gli esempi che si possono trovare devono per forza essere tratti da testi e poesie famose.
- Caro papà, se tu potessi ascoltare le mie parole!
- O figlio mio, non sai quanto mi manchi, quanto vorrei stringerti tra le mie braccia.
- Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono (Petrarca)
- Ahi! Serva Italia, di dolore ostello… (Dante Alighieri)
- O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi? (Giacomo Leopardi)