Auto storica o auto d’epoca, un equivoco spesso ricorrente
Possedere un’auto storica o d’epoca, per un italiano, potrebbe essere una buona scelta.
Le agevolazioni fiscali sono molteplici e, se la vettura ha i requisiti necessari per essere dichiarata tale, la tassa di bollo e l’assicurazione sono considerevolmente ridotte.
Molte persone, anche appassionati, pensano che le auto storiche e quelle d’epoca sono la stessa cosa, ma questi due termini non sono chiaramente sinonimi.
Infatti, le due categorie di autoveicoli sono ben distinte tra di loro e la certificazione di auto storica o d’epoca produce effetti e conseguenze altrettanto distinte.
La normativa di cui stiamo parlando la potete riscontrare e scaricare tramite l’Art. 60 del Codice della Strada.
Auto d’epoca
Se una vettura è realmente d’epoca e non soltanto una che detenga parecchi anni o parecchi km, è indubbio che non potrà più circolare su strada, perché priva di quei requisiti minimi di utilizzo su strade pubbliche.
Perciò, essa viene cancellata dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e le uniche occasioni in cui potrà esservene utilizzo sarà la partecipazione a raduni, fiere, mostre, ecc.
Ad ogni uscita di questo genere, sulla vettura si dovrà apporre una targa provvisoria più un documento di autorizzazione, rilasciato dalla Motorizzazione Civile.
Quindi, non è possibile per i possessori di tali auto guidarle normalmente su strada, essendo esse destinate a stare quasi sempre in garage.
D’altro canto, il risparmi assicurativo è notevole e non potrebbero circolare comunque.
Per ottenere il certificato che attesti un’auto d’epoca è necessario che il veicolo passi una serie di controlli rigorosi, eseguiti da un tecnico addetto della MCTC.
Superato questo esame, sarà rilasciato al proprietario un certificato di rilevanza storica e collezionistica, che attesta l’iscrizione della vettura negli appositi registri.
Auto storica
Rispetto alle auto d’epoca, le auto storiche sono più avvantaggiate nell’utilizzo: infatti, queste possono circolare liberamente su strada, purché rispettino la normativa in vigore e siano conformi.
Le auto storiche (o di interesse collezionistico) sono anch’esse soggette a certificazione, attraverso l’iscrizione all’ASI (Automotoclub Storico Italiano), oppure, anche in assenza di questa, ottenendo il Certificato di Rilevanza Storico Collezionistica.
Orientativamente devono subire gli stessi esami delle auto d’epoca, sempre presso la Motorizzazione civile.
Queste sono soggette all’obbligo di revisione ogni due anni e ogni volta che si devono muovere deve essere sempre rilasciato un permesso di circolazione.
L’attestato di datazione e storicità, invece, necessita altri controlli ancora: sono esaminati i pezzi della carrozzeria, il motore, la parte meccanica e il telaio (devono essere originali e conformi alla marca dell’auto).
Se l’auto risulta conforme alla sua categoria, potrà divenire di interesse storico.
Agevolazioni del fisco per auto storica e quella d’epoca
Dal punto di vista assicurativo e del bollo, le auto sia storiche che d’epoca godono di alcuni vantaggi.
Le auto con più di 20 anni ma meno di 30 devono essere sottoposte al pagamento del bollo, però notevolmente ridotto.
L’assicurazione non comprende il Bonus-Malus, riducendo maggiormente la rata.
Per le auto con più di 30 anni, invece, rimane solo l’obbligo di pagare la tassa di circolazione, sempre a patto che si tratti do auto storiche e non d’epoca.
Medesimo discorso va fatto per gli autocarri d’epoca che godono giustamente di molti vantaggi aggiuntivi.
La conclusione è che possedere un’auto del genere non è assolutamente costoso.