Buratto, macchina antica per setacciare

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Buratto è il termine per definire una antica macchina che aveva la funzione di classificare le materie pulverulente o granulari, separandole in varie categorie di dimensioni dei grani. Ha ispirato le moderne macchine con la stessa funzione.

Il buratto aveva, in genere, la forma di un cilindro disposto con l’asse leggermente inclinato sull’orizzontale, la cui superficie laterale era costituita da un tessuto o da una tela metallica ovvero da una lamiera perforata, secondo i vari scopi di utilizzo.

La fittezza del tessuto o il diametro dei fori potevano variare da un estremo all’altro (i più fini verso l’estremo più alto). Introdotto il materiale da questo estremo, la rotazione del buratto lo fa avanzare verso l’estremo più basso mentre da esso si separano particelle via via più grosse che cadono sotto il cilindro, in tramogge disposte per raccoglierli.

In certi casi la separazione è facilitata da una corrente d’acqua che si faceva affluire nella macchina e che aveva la funzione, in contemporanea, di lavare il materiale.

Particolarmente noto l’apparecchio (detto anche frullone) per separare la farina dalla crusca: era formato da una successione di piani rettangolari, sovrapposti gli uni agli altri e uniti in uno o due cassoni, ai quali veniva impresso un moto rotatorio piano; gli stacci, principalmente, erano formati con tessuti di differente finezza, di diverso materiale (filo, seta, crine, filo metallico, ecc.).

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