L’armistizio è una parola che molti giovani potranno non aver mai incontrato nella loro vita.
Intanto, delimitiamo il contesto: si tratta di parola usata in ambiente militare e soprattutto di guerra. Quindi, forse, i giovani ne ignorano il significato perché da molto tempo non ci sono (per fortuna dobbiamo dire!) grandi guerre che necessitino dell’intervento così essenziale dell’armistizio. E’ anche vero, però, che la scuola (soprattutto quella media e quella superiore) dovrebbe aver più volte menzionato questo termine nelle ore di storia.
Eppure, da sondaggi fatti, la maggior parte dei ragazzi di oggi non conosce il significato di questa parola.
Ma che cosa vuol dire, dunque, la parola armistizio?
L’armistizio è la cessazione temporanea delle ostilità fra due eserciti in guerra, stabilita di comune accordo tra i capi degli eserciti per trattare condizioni di pace, di resa, per provvedere a seppellire i morti, soccorrere i feriti o cose simili. L’aspetto fondamentale di un armistizio è il fatto che tutti i combattimenti vengono congelati, ma questo avviene senza che nessuna delle parti si arrenda all’altra.
La storia moderna ricorda molti armistizi famosi:
L’armistizio Salasco (dal nome del generale piemontese che lo firmò), del 9 agosto 1848, che mise fine alla prima fase della prima guerra d’indipendenza;
L’armistizio di Villafranca, 8 luglio 159, voluto da Napoleone III e che interruppe la seconda guerra d’indipendenza;
L’armistizio di Villa Giusti, presso Padova, del 4 novembre 1918, imposto dagli italiani all’Austria;
L’armistizio di Compiègne, 11 novembre 1918, che mise fine alla prima guerra mondiale.
Gli armistizi che (dopo quello tedesco-francese, Compiègne, 22 giugno 1940, e italo-francese, Villa Incisa, 24 giugno 1940) hanno posto fine alla seconda guerra mondiale sono i seguenti:
Italia (Cassibile, 3 settembre 1943, firma per l’Italia il Gen. Castellano; Malta, 29 settembre 1943, firma per l’Italia il Maresciallo P. Badoglio);
Romania (Mosca, 12 settembre 1944);
Finlandia (Mosca, 13 settembre 1944);
Bulgariaia (Mosca, 13 ottobree 1944);
Ungheria (Mosca, 20 gennaio 1945);
Germania (Reims, 7 maggio 1945);
Giappone (Tokyo, 1 settembre 1945).