Chiasmo nella lingua italiana
Chiasmo deriva dal greco antico chiasmòs, a sua volta ricavato dal verbo chiazo, traducibile in “dispongo a forma di X”.
Il chiasmo è una figura retorica che ha origine nella retorica antica.
La tradizione della retorica annovera il chiasmo come figura di pensiero, secondo la classificazione delle figure retoriche del filologo Lausberg.
In particolar modo è una figura di pensiero per aggiunzione e per dilatazione semantica, nel sottogruppo dell’antitesi.
Perché è comunemente definito incrocio?
Perché consiste nell’invertire l’ordine di membri in successione all’interno di una frase, creando una disposizione speculare.
Quindi in un concetto che viene espresso in più membri di un periodo, i termini dei membri collegati tra loro, per motivi semantici o sintattici, si presentano con un ordine inverso rispetto a quello dell’altro.
Possiamo prendere come esempio l’art.33 della Costituzione della Repubblica Italiana.
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
Questo artificio retorico rende molto più elegante la costruzione del proprio discorso, sia esso scritto o parlato.
Tipologie
Il chiasmo può essere di diverse tipologie:
Piccolo, nel quale i termini invertiti sono singole parole oppure sintagmi di parole. Un esempio è nel celebre proemio dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto: Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori.
Grande, dove avviene un incrocio di intere frasi, come ad esempio i versi di Petrarca: Pace non trovo et non ò da far guerra.
Semplice, quando avviene l’inversione di elementi con le stesse funzioni sintattiche. Un esempio è Morte d’immortali e d’immortali vita.
Complicato, che al suo interno contiene una permutazione dell’ordine delle parole, qualcosa che produce un capovolgimento di senso.
Questo incrocio può rivelarsi semantico, con specularità nelle corrispondenze di significato come “Chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane”.
Oppure può mostrarsi come sintattico con parallelismi nelle corrispondenze di significato come “Se è caldo raffreddalo e se è freddo riscaldalo”.