Non sapete come fare il vino in casa? Volete che il vostro vino sia buono e apprezzato da tutti? Volete bere bene e risparmiare?
Seguite questo post e forse, con la giusta dose di fortuna, ci riuscirete.
Uva
E’ opportuno informarsi sulla qualità del vigneto, sul posto, sul tipo di impianto del vigneto, sul tipo di vitigno, ecc. Inoltre, è bene che il processo di vinificazione avvenga in un luogo areato e fresco. Quindi, è preferibile una cantina fresca e ben pulita.
Le proporzioni sono le seguenti: ogni quintale d’uva, si producono 65/70 litri di vino.
Adesso bisogna travasare l’uva in una tinozza capiente (esistono quelle espressamente per il vino), facendo attenzione a togliere i raspi (ovvero la parte che regge i singoli chicchi).
Pigiatura
Se l’operazione avviene in modo tradizionale (con i piedi) potrebbero necessitare ore; se invece si ha a disposizione un torchio, la cosa è più facile e meno lunga. Nel frattempo, si può aggiungere del metabisolfito (in quantità minima), utile per le sue proprietà antisettiche ed antiossidanti. Naturalmente si può fare a meno dei solfiti, ma bisogna essere consapevoli della possibilità di perdere il prodotto, soprattutto se dovesse prendere aria.
Fermentazione
La vinaccia, ottenuta da questa prima fase di lavorazione, si deve riporre in un recipiente sufficientemente capiente, possibilmente di acciaio inox. Il contenitore va chiuso non completamente, in modo tale che i gas prodotti durante la fermentazione possano fuoriuscire.
Follatura
Svinatura
La svinatura, consiste nella fuoriuscita del mosto dal recipiente, mettendo da parte le bucce, anch’esse impregnate ancora di molti liquidi.
Torchiatura
Inserire tutte le bucce nella pressa. il mosto ottenuto (il liquido frutto di questa ulteriore spremitura) dovrà essere unito a quello appena svinato.
Rabocco
La miscela ottenuta dovrà essere posta in 3 contenitori di vetro scuro da 25 litri (la classica damigiana sarebbe l’ideale), più uno da 10 litri. Come tappo dovrete usare quello apposito, dotato di valvola e tappino per la chiusura.
Grazie al suo sistema è possibile tappare la damigiana a fine fermentazione lasciando il tappino superiore aperto ma con la valvola nel suo alloggio. Questa valvola permette la fuoriuscita di anidride carbonica che si ottiene dalla fermentazione che potrebbe prolungarsi nel tempo anche dopo il rabbocco della damigiana, ma non permette l’entrata dell’aria.
Una volta che la fermentazione si sarà arrestata definitivamente, sarà possibile chiudere la damigiana con il tappino presente sulla parte superiore che andrà a chiudere quindi l’alloggio della valvola.
Mettere le damigiane su di un piano rialzato. Il mosto pian piano si quieterà.
Primo travaso
Analisi intermedia
Per vedere se, durante il travaso, il vino è in salute, basta prelevare un campione di circa mezzo litro, chiuderlo bene in una bottiglia da 500 cl e portarlo ad analizzare. In questo modo si potrà sapere se vi sono le giuste quantità di acidi o se è necessario correggere in corso d’opera.
Colmandolo
Essendo diminuita la quantità di vino per mezzo degli scarti del primo travaso, bisogna reintegrare le damigiane con il vino del piccolo recipiente, colmandolo. Di nuovo chiudere con gli speciali tappi.
Ulteriori travasi
Dopo circa 30 giorni effettuare un nuovo travaso. Mettere tutto il vino delle damigiane nel recipiente di acciaio e poi riversarlo nelle damigiane pulite. Prima di Natale procedere con un terzo travaso, usando la stessa procedura del secondo.
Olio galleggiante
E’ necessario proteggere il vino dall’aria. L’olio aggiunto ha proprio questa funzione. Aggiungendo dell’olio al vino, infatti, lo si terrà a riparo dalla possibile ossigenazione. L’olio, resta ben visibile a galla, può essere facilmente rimosso in fase di imbottigliamento.
Imbottigliamento
Per imbottigliare il vino, si potranno usare semplici tappi in plastica fermati da una capsula termorestringente. Se si preferiscono i tappi in sughero, bisogna tener presente che serve necessariamente un’imbottigliatrice manuale.
L’imbottigliamento deve essere fatto comunque dopo la primavera, perché durante questo periodo (con la temperatura che si va alzando) il vino si muove, ovvero produce anidride carbonica.
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