Che cos’è il Coronavirus Covid-19?
Il Coronavirus Covid-19 appartiene a un’ampia famiglia di agenti patogeni che originano affezioni che vanno dal banale raffreddore a patologie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
È un batterio RNA a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al microscopio elettronico.
I Coronavirus (accertati nel 1966) infettano principalmente l’uomo e determinati animali.
Colpiscono principalmente le cellule epiteliali dell’apparato respiratorio e gastrointestinale.
Sono 7 i Coronavirus capaci di contagio sull’uomo (HCoV-OC43, HCoV-HKU1, HCoV-229E, HCoV-NL63, SARS-CoV, MERS-CoV e 2019-nCoV)
2019-nCoV è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo.
In particolare quello denominato SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019.
Cosa è il SARS-Cov-2?
Il virus identificato a Wuhan, in Cina (dicembre 2019) è stato chiamato “Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2” (SARS-CoV-2).
Secondo i virologi, questo nuovo coronavirus virus è molto simile a quello che ha provocò la Sars (SARS-CoVs).
Cosa è COVID-19
La patologia prodotta dal nuovo Coronavirus è stata battezzata COVID-19, che fa parte della stessa famiglia batterica della SARS ma non è lo stesso virus
Che sintomi presenta una persona colpita da Coronavirus?
I sintomi più comuni prevedono febbre, tosse e difficoltà respiratorie.
In alcuni casi gravi, l’infezione provoca polmonite, SARS, insufficienza renale e direttamente la morte (la percentuale è però molto esigua).
Alcune persone si infettano ma non presentano alcun sintomo, né disturbi di sorta.
Circa l’80% guarisce dalla patologia senza necessità di cure particolari.
Circa 16%, invece, contrae una forma grave della malattia manifestando importanti difficoltà respiratorie.
Le persone più a rischio sono gli anziani e quelli con malattie preesistenti, come diabetici o cardiopatici.
Il coronavirus può essere trasmesso da persona a persona, attraverso un contatto ravvicinato con un paziente infetto.
Il mezzo principale è rappresentato dalla saliva (tosse e starnuto), dalle mani (quando con le mani contaminate si tocca bocca, naso o occhi).
Il legame epidemiologico può avere avuto luogo entro un periodo di 14 giorni precedenti o successivi alla manifestazione della patologia.
Il periodo di incubazione è stimato tra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.
Utilizzando semplici disinfettanti (contenenti alcol al 75% o a base di cloro all’1%) si può annullare l’azione del virus.