Gabriele D’Annunzio (Pescara 1863 – Gardone Riviera 1938) fu un grande poeta e romanziere italiano, oltre ad essere volontario durante la Grande Guerra.
D’Annunzio pubblicò a 16 anni una prima raccolta di liriche, Primo vere, e poi altre liriche, romanzi, drammi.
Nel 1915 iniziò una vigorosa campagna per l’intervento dell’Italia in guerra, alla quale partecipò valorosamente, meritando due medaglie d’oro. Nel 1919 si impadronì di Fiume e tenne la città per circa un anno, finché dovette cedere alle truppe del gen. Caviglia (Natale di sangue, 1920) e si ritrovò a Gardone Riviera.
Dal 1924 fu principe di Montenevoso; dal 1937 fu presidente dell’Accademia d’Italia.
Le opere di Gabriele D’Annunzio
Tra le sue opere più notevoli ci sono:
- Romanzi:
- Il Piacere (1889);
- L’Innocente (1892) con il quale la fama di D’Annunzio divenne europea;
- Il trionfo della morte (1894);
- Le vergini delle rocce (1896);
- Il fuoco (1900), nel quale elabora definitivamente la teoria del superuomo;
- Forse che sì forse che no (1910);
- Poesie:
- Poema paradisiaco (1893);
- Le laudi, in 4 volumi (Maya, Elettra, Alcyone, Merope);
- Tragedie:
- La città morta (1898);
- La Gioconda (1899);
- La gloria (1899);
- Francesca da Rimini (1901);
- La figlia di Jorio (1904);
- La fiaccola sotto il moggio (1905);
- La nave (1908);
- Le martyre de Saint Sebastien (in francese, del 1911, con musica di C. Debuussy);
- La Pisanelle (in francese, del 1913);
- Le chèvrefeuille (in francese, del 1913).
D’Annunzio e il superuomo
D’Annunzio riprende solo in parte il superuomo di Nietzsche. Il superuomo dannunziano ha le sembianze del poeta Vate, capace di essere guida, di incantare e sedurre. Il superuomo dannunziano incarna valori basati sul culto dell’estasi, sulla forma e sulla ricerca sfrenata di una coscienza innovativa ed estranea alla comune morale.
Diversamente giudicato sia come uomo, sia come poeta, D’Annunzio ha lasciato una viva impronta nel costume e nella letteratura di tutto il Novecento; la sua esaltazione della parola, quasi l’amor sensuale di essa, si esprime in alcuni brani dell’Alcyone attraverso un linguaggio musicalmente rarefatto che prelude alla più sottili voci del decadentismo contemporaneo.