Dicotomia
Ognuno di noi si sarà certamente imbattuto, almeno una volta nella vita, nella parola “dicotomia”.
Sentendola usare, non conoscendone il significato, avremo anche fatto finta di aver capito il senso e scosso la testa come per dire che era naturalmente così.
Vediamo di evitare figuracce e capire meglio il significato di questa parola, concentrandoci anche sul contesto di utilizzo della stessa.
La parola dicotomia indica una ripartizione in due pezzi. Può essere intesa anche come una netta divisione tra due principi molto diversi tra loro.
Questa deriva dal greco (dis due e temno tagliare).
Rappresenta, quindi, una radicale divisione tra due cose, opinioni, principi, ecc.
Il suo termine contrario può essere “unione”, “giunzione”, “connessione”.
Uso del termine in ambiti specifici
La dicotomia può assumere un valore anche filosofico, ovvero quando utilizzata come una separazione logica di una nozione in due astrazioni nuove ad essa collegate.
Il primo esempio di dicotomia, in ambito filosofico, lo abbiamo ben espresso nei paradossi di Zenone.
In astronomia, invece, questo vocabolo era principalmente usato per determinare quella fase in cui la luna manifesta l’esatta metà della sua forma circolare, nel primo e nell’ultimo quarto.
In biologia, è intesa come la partizione degli organismi in due insiemi, che si basano su una specificità presente in uno e assente nell’altro.
In ambito geometrico, ci si riferisce alla divisione in due porzioni di un segmento.
Esempi di dicotomia
- In Italia c’è una grande dicotomia tra le carriere degli uomini e quelle delle donne.
- La storia racconta da sempre le grandi dicotomie che possiamo trovare tra la gente comune, che crede nei sogni e negli ideali di uguaglianza, e i governanti, che pensano esclusivamente ai loro interessi privatistici.
- Dio e l’uomo sono la più grande dicotomia mai raccontata. L’uno è luce, l’altro (tentato perennemente dal diavolo) è oscurità e tenebre. Questo vale anche per i più santi.