Enrico Fermi
Enrico Fermi nacque a Roma il 29 settembre 1901, figlio di Alberto Fermi, Ispettore Capo del Ministero delle Comunicazioni, e Ida de Gattis.
Frequentò un liceo romano, ma la sua precoce attitudine per la matematica e la fisica fu subito riconosciuta e incoraggiata dai colleghi di suo padre, tra cui A. Amidei.
Nel 1918 vinse una borsa di studio della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Trascorse quattro anni presso l’Università di Pisa, conseguendo la laurea in fisica nel 1922, con il professor Puccianti.
Subito dopo, nel 1923, ottenne una borsa di studio dal governo italiano e trascorse alcuni mesi con il professor Max Born a Gottinga.
Nel 1924, si trasferì a Leida per lavorare con P. Ehrenfest, ma nello stesso anno tornò in Italia per un incarico biennale (1924-1926) presso l’Università di Firenze.
Nel 1926 scoprì le leggi statistiche, oggi note come “statistica di Fermi”, che regolano le particelle soggette al principio di esclusione di Pauli (“fermioni”, in contrasto con i «bosoni» che obbediscono alla statistica di Bose-Einstein).
Nel 1927 Fermi fu eletto Professore di Fisica Teorica all’Università di Roma, carica che mantenne fino al 1938.
In quell’anno, infatti, ricevette il Premio Nobel per la Fisica ed emigrò in America, principalmente per sfuggire alla dittatura fascista di Mussolini.
Durante i primi anni della sua carriera a Roma si è occupato di problemi elettrodinamici e di indagini teoriche su vari fenomeni spettroscopici.
Ma una svolta decisiva arrivò quando diresse la sua attenzione dagli elettroni esterni verso il nucleo atomico stesso.
Nel 1934 sviluppò la teoria del decadimento ß, unendo il lavoro precedente sulla teoria della radiazione con l’idea del neutrino di Pauli.
In seguito alla scoperta della radioattività artificiale da parte di Curie e Joliot (1934), dimostrò che la trasformazione nucleare avviene in quasi ogni elemento sottoposto a bombardamento neutronico.
Questo lavoro ha portato alla scoperta di neutroni lenti quello stesso anno, portando alla scoperta della fissione nucleare e alla produzione di elementi che si trovano al di là di quella che fino ad allora era la tavola periodica.
Nel 1938, Fermi era senza dubbio il più grande esperto di neutroni, e continuò il suo lavoro su questo argomento al suo arrivo negli Stati Uniti, dove fu presto nominato professore di fisica alla Columbia University, NY (1939-1942).
Alla scoperta della fissione, da parte di Hahn e Strassmann all’inizio del 1939, vide subito la possibilità di emissione di neutroni secondari e di una reazione a catena.
Continuò a lavorare con enorme entusiasmo e diresse una serie classica di esperimenti che alla fine hanno portato alla pila atomica e alla prima reazione nucleare a catena controllata.
Ciò avvenne a Chicago il 2 dicembre 1942, in un campo da squash situato sotto lo stadio locale.
Successivamente svolse un ruolo importante nella risoluzione dei problemi legati allo sviluppo della prima bomba atomica.
Fu uno dei leader del team di fisici del Progetto Manhattan per lo sviluppo dell’energia nucleare e della bomba atomica.
Nel 1944 Enrico Fermi divenne cittadino americano e alla fine della guerra (1946) accettò una cattedra presso l’Institute for Nuclear Studies dell’Università di Chicago, carica che mantenne fino alla sua prematura scomparsa nel 1954.
In quegli anni voltò la sua attenzione alla fisica delle alte energie e ha condotto le indagini sull’interazione pione-nucleone.
Negli ultimi anni della sua vita Fermi si occupò del problema dell’origine misteriosa dei raggi cosmici, sviluppando così una teoria, secondo la quale un campo magnetico universale – agendo come un gigantesco acceleratore – renderebbe conto delle energie fantastiche presenti nel cosmo particelle di raggio.
Il professor Fermi è stato autore di numerosi articoli sia di fisica teorica che sperimentale.
Il Premio Nobel per la Fisica gli fu assegnato per il lavoro sulla radioattività artificiale prodotta dai neutroni e per le reazioni nucleari provocate dai neutroni lenti.
Il professor Fermi sposò Laura Capon nel 1928; ebbero due figli, Giulio e Nella.
I suoi passatempi preferiti erano le passeggiate, l’alpinismo e gli sport invernali.
Morì a Chicago il 28 novembre 1954.