Farsa
Il termine farsa si riferisce letteralmente ad un tema melodrammatico, una commedia leggera, un fatto buffo.
Nel medioevo le rappresentazioni teatrali, come in genere l’arte, avevamo tutte un tema religioso.
Quindi, venivano messe in scena esclusivamente riproduzioni liturgiche, con la conseguenza che il popolo, pur non conoscendo le sacre scritture e il latino, riusciva a seguire bene o male ciò che veniva rappresentato.
Le opere sacre, quindi, riscossero grande successo e aumentarono fino all’inevitabile commistione col faceto e col profano.
Proprio negli intermezzi di queste messe in scena sacre nacque un tipo di commedia fresca, rapida e popolana. Doveva essere un riempitivo, una pillola di risata, una farcitura del sacro, una “farcia” (da cui farsa).
Nei secoli successivi, prese sempre più piede e più spazio, tanto da diventare un genere autonomo, pur mantenendo sempre il suo nome.
Oggi questo termine, nel teatro, si riferisce ad uno spettacolo di commedia basata sul grottesco, bizzarro, goffo. In pratica è quella che i critici, perlopiù, disprezzano.
La farsa si è spostata inevitabilmente anche nel cinema, quello considerato di bassa lega, ma che comunque fa incassi record ogni anno.
Come detto, i colti la ritengono un’opera grottesca, quasi mostruosa, non degna di essere vista e commentata.
Per molti, in effetti, la farsa non fa nemmeno ridere. Questo perché la consapevolezza umana ha avuto un’evoluzione ed è maggiore lo spirito critico.
Resta il fatto che, in alcuni momenti, la sua spensieratezza e le azioni paradossali possono essere una buona cura di risata.
Il termine, però, riferito al linguaggio comune, ha un’accezione assolutamente negativa.
Quando indichiamo che una tale cosa è una farsa, vogliamo intendere che non ha senso considerarla, che è ridicola, che non ha valore.
Il suo significato, quindi, a volte viene in soccorso per dare precisamente un’idea che, altrimenti, avrebbe bisogno di più parole per essere descritta.
Dicendo farsa, siamo certi che ci faremo capire.