Spesso le osserviamo, nella loro bellezza, nella loro maestosità, nella loro rabbia; ma abbiamo mai avuto la curiosità di conoscere più approfonditamente il fenomeno delle onde del mare? In questo post cercheremo di spiegarlo.
Le onde percorrono migliaia di chilometri in poche ore. Per calcolarne la velocità si misura il periodo, cioè il tempo tra il passaggio di una cresta e quella successiva. La Velocità massima registrata è 144 Km/h.
Le onde più alte raggiungono i 25 metri, ma il rapporto tra l’altezza e la larghezza è sempre di 1 a 7.
Il movimento è una illusione. A dare l’impressione che le onde procedano è il loro moto oscillatorio. Se infatti non ci fosse vento, un tappo di sughero galleggiante sulle onde si muoverebbe solo in verticale.
Il frangente formato da un’onda “ libera”, come vengono chiamate le onde che si propagano in assenza di vento, sono più stabili e regolari di quelle spinte dal vento, dette “vive”. Quando arriviamo vicino a riva le onde, da qualsiasi parte provengano, tendono a disporsi parallelamente a essa. Il fenomeno, detto “rifrazione delle onde”, dipende dall’effetto-freno esercitato dai fondali; trasformano la loro lunghezza in altezza, creando “cavalloni” alti anche una decina di metri. Avvicinandosi alla costa la profondità del mare diminuisce, la lunghezza dell’onda si trasforma in altezza, cosicché un’onda di pochi centimetri in alto mare può diventare alta vari metri a riva. L’energia trasformata da un’ onda alta 7,5m e lunga 150m che si muove ad una velocità di 50km/h è pari a 700 cavalli-vapore per ogni metro del fronte d’onda: equivale alla potenza del motore di 10 auto di media cilindrata.
Non è da molto che la scienza studia le onde del mare e il loro movimento. La prima teoria delle onde mare risale all’opera dell’ingegnere boemo F. Gerstner nel 1802.
Gli studi da satellite provano che l’altezza media delle onde nell’ Atlantico cresce. La media attuale supera del 50% quella degli anni ’60; forse perché ci sono più burrasche.