Il grande Torino e la tragedia di Superga

Grande_Torino superga
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La squadra di calcio del Torino sarà per sempre legata ad alcuni dei momenti più gloriosi nella storia del calcio italiano, così come al più tragico, la tragedia di Superga.

La passione, la voglia di vincere e lo spirito di sacrificio sono sempre stati i tre valori fondamentali necessari per indossare la famosa maglia granata, ma nel 1949 la loro volontà e il loro spirito combattivo non poté nulla.

Il disastro aereo di Superga, che vide uccisi tutti i passeggeri, di cui 18 giocatori, ha derubato l’Italia di una delle sue leggende più grandi, proprio al culmine del loro successo. Tra il 1943 e il 1949 (con il campionato sospeso per la stagione 1943-1944, a causa della Seconda Guerra Mondiale), il Toro (così soprannominato da sempre) la fa da padrone assoluto, conquistando cinque titoli consecutivi, e, nel 1943, diventando la prima squadra a vincere campionato e coppa nazionale. Addirittura, quella squadra fornì tutti i dieci giocatori di movimento per la squadra azzurra, vittoriosa in una amichevole con l’Ungheria nel 1947.

La leggenda fu tragicamente spezzata nel pomeriggio del 4 maggio 1949, sulla via del ritorno da una partita di addio per il giocatore del Benfica José Ferreira, nella capitale portoghese di Lisbona. A causa della nebbia fitta, l’aereo che riportava il club (31 persone a bordo) si schiantò nella sezione posteriore della Basilica di Superga, nei pressi di Torino. Morirono nell’incidente tutti i giocatori, due direttori, lo staff tecnico e tre giornalisti. Quello che divenne noto come “La tragedia di Superga” segnò la fine de “Il Grande Torino”, assicurando che il club avrebbe per sempre occupato un posto speciale nel cuore dei tifosi italiani.

Centinaia di migliaia di persone in fila per le strade a rendere omaggio ai 18 giocatori morti, durante i funerali solenni. I giocatori morti erano:

Valerio Bacigalupo
Aldo Ballarin
Dino Ballarin
Émile Bongiorni
Eusebio Castigliano
Rubens Fadini
Guglielmo Gabetto
Ruggero Grava
Giuseppe Grezar
Ezio Loik
Virgilio Maroso
Danilo Martelli
Valentino Mazzola
Romeo Menti
Piero Operto
Franco Ossola
Mario Rigamonti
Julius Schubert

 

Solo tre della squadra sopravvissero, non avendo fatto il viaggio, compreso la futura leggenda del Barcellona Laszlo Kubala, che da poco si era unito alla squadra.

Il disastro segnò profondamente la società, che non è mai del tutto riuscita a raggiungere di nuovo quelle stesse altezze. Ma è importante per il club ricordare i loro più grandi successi, ai tempi in cui erano i beniamini d’Italia.

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