A molti sarà capitato di avere un dolore causato dal reflusso acido tanto forte da perdere la capacità di parlare. Di conseguenza si evita di mangiare, per la troppa paura del dolore che potrebbe essere causato. Nei casi più gravi, il reflusso costante può provocare lo sviluppo del cancro.
Il riflusso acido non è solo doloroso: è una delle malattie più comuni del mondo moderno.
Ciò significa che milioni di persone sono a rischio di sviluppare il loro reflusso acido in una condizione grave e addirittura di trovarsi in pericolo di vita. Il riflusso acido è molto più di un po’ di indigestione. Si tratta di una pandemia. Alcune persone sono sicure che il reflusso acido è un problema alimentare correlato. “Stai riempiendo le cose sbagliate nel tuo stomaco, e lui se la prende con te”. Questo è il tipo di pensiero che maggiormente circola, ma tale considerazione ignora un sacco di possibilità e varianti che realmente riguardano questa malattia.
Oggi analizziamo una delle peggiori cause di reflusso acido: l’Helicobacter Pylori.
H. Pylori non è qualcosa di nuovo per la professione medica. Si tratta di un batterio che l’OMS ha ritenuto di essere causa di ulcere allo stomaco, di cancro allo stomaco, e (come detto in premessa) di malattia da reflusso acido. L’H-Pylori è un batterio Gram negativo a forma di spirale che colonizza la mucosa gastrica umana. La sua presenza anche nelle feci e nella placca dentale fa pensare ad una trasmissione oro-fecale e orale. Quest’ultima modalità di contagio potrebbe avvenire facilmente tra persone, o attraverso l’ingestione di acqua contaminata, verdure inquinate sempre dall’acqua o cibi manipolati.
Il trattamento terapico dell’Helicobacter Pylori mira da un lato a debellare l’agente patogeno con la somministrazione di uno o più antibiotici e dall’altro a privarlo dell’ambiente acido in cui vive, attraverso l’uso di farmaci inibitori della pompa protonica. Il metodo più utilizzato è quello che prevede una “terapia d’urto”, ovvero la somministrazione congiunta, per 7-10 giorni, di due antibiotici e di un inibitore della pompa protonica. Tra gli antibiotici usati ci sono la claritromicina, l’amoxicillina, la tetaciclina, il tinidazolo ed il metronidazolo, mentre per gli inibitori figurano l’omeprazolo ed il lansoprazolo.
Una volta terminata la cura e trascorso qualche giorno è necessario sottoporsi a nuovi esami diagnostici per verificare di aver debellato finalmente l’infezione da H-Pylori.
Esiste in sperimentazione anche qualche vaccino utile alla prevenzione dell’infezione, già con buoni risultati.
Vedremo!