Iperonimo
L’iperonimo o iperonimia è anch’esso un termine coniato dal linguista John Lyons nel 1963, come avevamo visto già per il termine contrario “iponimo“.
Può essere definito, come definiscono alcuni illustri linguisti, anche arcilessema o archilessema.
Anche questo termine indica una gerarchia o correlazione tra termini dello stesso campo semantico.
Infatti, se ci riferiamo a soli due termini che indicano la stessa cosa, uno dei due sarà iperonimo dell’altro.
Questo sarà quello inquadrato in un campo più esteso di uno o più termini dal significato simile.
Il termine deriva dal greco YPER (sopra) e ONOMA (nome), proprio ad indicare che si tratta di una parola che si trova al di sopra del nome.
Come abbiamo detto, l’inverso dell’iperonimia è l’iponimia, che invece si riferisce ad un termine di un insieme inferiore.
Facciamo qualche piccolissimo esempio per capirci un po’ meglio ed essere più chiari e precisi.
Esempio di iperonimi
- Mobile -> tavolo
- Uva -> vino
- Atomo -> nucleo
- Lampadina -> luce
- Risma -> foglio
- Gamba -> piede
- Mano -> anulare
- Animale -> cane
- Albero -> acacia
- Mela -> seme
- Felino -> gatto
- Cane -> labrador
Tutti questi esempi chiariscono efficacemente il concetto.
Un iperonimo, però, potrebbe essere scambiato e confuso con un “nome collettivo”.
Ma è molto semplice distinguerlo, perché i nomi collettivi si riferiscono sempre ad un gruppo ben individuato di persone, animali o cose.
Per il caso dell’iperonimia, invece, non si deve andare nello specifico.
Quindi, per capire quando ci troviamo di fronte ad un iperonimo, bisogna ricordare che questo è un termine generico, il quale sottintende una serie di parole più dettagliate e che entrano maggiormente nello specifico.
Va, pertanto, ricordato che questa figura fa riferimento ad una parola che è più larga rispetto ad un’altra, e che, quindi, senza un altro termine di confronto, non si può asserire se si è di fronte ad un iperonimo oppure no.