L’acciaio è un prodotto essenziale della siderurgia moderna costituito da una lega di ferro e carbonio, con un tenore di questo ultimo elemento inferiore al 2%. Possono essere presenti altri elementi, i quali conferiscono al prodotto peculiari caratteristiche. In confronto al ferro puro, l’acciaio possiede maggiore elasticità, resistenza e durezza; quest’ultima può essere considerevolmente aumentata mediante la tempra. Il fatto era noto anche agli antichi che lo utilizzavano per le armi, il nome stesso deriva da acies e dal basso latino ferrum aciarum, cioè adatto per le punte delle lance, frecce e simili. La nomenclatura tecnologica attuale designa col nome di acciaio tutti i prodotti siderurgici, col suddetto tenore di carbonio ottenuti dallo stato fuso; rientrano, quindi, nella categoria anche i cosiddetti ferri omogenei, detti ancora acciai dolcissimi.
Gli acciai, comunemente, si classificano in base al tenore di carbonio:
- Extradolci (meno di 0,15%)
- Dolcissimi (0,15%-0,25%)
- Dolci (0,25%-0,35%)
- Duri (0,35%-0,70%)
- Durissimi (0,70%-0,90%)
- Extraduri (superiori a 0,90%)
Oltre al carbonio possono essere usati ulteriori elementi di alligazione. Per la loro composizione chimica gli acciai si possono distinguere in acciai non legati e acciai legati. Per convenzione gli acciai legati si suddividono in bassolegati (nessun elemento al di sopra del 5%) e altolegati (almeno un elemento di lega al di sopra del 5%).
Ci sono elementi di lega, alcuni naturalmente presenti nell’acciaio, altri aggiunti, che conferiscono caratteristiche specifiche e ne determinano sostanziali modifiche. Un esempio su tutti è l’Acciaio inox (inossidabile). Ha un tenore di cromo indicativamente superiore al 13%, e non arrugginisce in caso di esposizione all’aria e all’acqua: il cromo, ossidandosi a contatto con l’ossigeno, si trasforma in ossido di cromo (CrO2) formando uno strato molto resistente e impedendo un’ulteriore ossidazione.