Mosè è nella storia il liberatore del popolo di Israele dall’oppressione dell’Egitto; grande capo e legislatore degli Ebrei, la cui opera è registrata nel Pentateuco.
Mosè era nato in Egitto, da Amram, della tribù di Levi, e da Jochabed; fu esposto sul Nilo per evitare che fosse ucciso come il faraone aveva disposto di tutti i figli maschi di Ebrei; fu raccolto dalla figlia del faraone, che gli diede il nome di Mosè (in egiz.: “figlio”) e lo educò.
Crebbe nell’ambiente del faraone, divenendone anche consigliere prediletto. Avendo, però, ucciso un sorvegliante egiziano che maltrattava gli Ebrei, ed essendo stata scoperta la sua origine ebraica, fu costretto a fuggire nel paese dci Madianiti (penisola del Sinai), dove sposò Sefora, figlia di Jetro, sacerdote e capo. In questo posto, per molti anni, condusse vita di pastore.
Ebbe la visione di Dio, che dopo avergli rivelato il proprio nome (Jahvè), gli ordinò di liberare gli Israeliti; riuscì, con prodigi, a indurre il faraone a permetterne l’emigrazione (Esodo) e li guidò per 40 anni nelle peregrinazioni nel deserto verso Canaan, la Terra promessa.
Immediatamente dopo l’Esodo, ricevette da Jahvè, sul monte Sinai, il Decalogo e strinse con Dio l’alleanza a nome del popolo ebreo, il quale si impegnava ad adorare solamente Jahvè in cambio della protezione
divina. Durante la permanenza nel deserto, Mosè assicurò il Culto di Jahvè e diede agli Ebrei la legislazione religiosa e morale.
Dopo aver nominato Giosuè suo successore, mori sul monte Nebo all’età di 120 anni. Si crede che abbia vissuto tra la fine del 16° e la metà del 15° sec. a.C .
Gli sono attribuiti i libri del Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Penteronomio.
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