Nobiltà
La nobiltà è una classe sociale raggruppante un insieme di individui o di famiglie, tendenti attraverso i secoli ad accentrare nelle proprie mani il potere politico, per il soddisfacimento dei loro particolari interessi economici e delle esigenze morali da essi perseguite. E esistita presso tutti i popoli e per lo più corrisponde alla classe dei vincitori, rispetto alla massa dei vinti; presso i Romani fu dapprima costituita dai patrizi,
poi da tutti i discendenti di persone che avevano occupato cariche pubbliche.
Con le invasioni dei barbari, la nobiltà fu costituita da i conquistatori i quali si vincolavano a un capo, che in cambio concedeva loro delle terre in feudo; essa si rafforzò e si organizzò dal 10° secolo, quando le concessioni divennero ereditarie.
Alla nobiltà feudale ereditaria, si aggiunse a partire dal 14° secolo quella ereditaria creata dal sovrano per concessione di un privilegio; si costituì una gerarchia nobiliare che va dal semplice cavaliere, attraverso i
ranghi di barone, conte, marchese e duca a quello di principe (in Francia e Gran Bretagna il grado più alto è quello di duca tranne che per i componenti di famiglie reali); al titolo seguiva il nome del feudo al quale esso era incardinato, preceduto dalla preposizione di (o dalla sua equivalente nelle varie lingue); da ciò l’opinione diffusa, ma erronea, che il di precedente il cognome sia segno di nobiltà. Esistono, però, dei titoli di grande antichità, non connessi a feudi, ma “sul cognome”: chi li porta ha la precedenza sugli altri di pari rango.
Con l’affermarsi della monarchia assoluta, il potere politico dei nobili fu limitato, e il sovrano cominciò a concedere semplici titoli nobiliari non connessi con uffici o possedimenti. La trasmissione dei feudi e dei titoli avveniva secondo norme varie nei vari stati; generalmente però il feudo e il titolo erano tramandati al maschio primogenito; in certi casi in mancanza di maschi, succedevano le donne. In Francia la nobiltà (noblesse) fu abolita nel 1790; Napoleone ne creò una nuova; la Restaurazione riconobbe l’una e l’altra. In Italia la Costituzione 1948 non riconosce i titoli nobiliari e prevede la soppressione della consulta
araldica; i predicati dei titoli nobiliari esistenti prima del 28 ottobre 1922 valgono come parte del nome.