Orto sinergico

orto sinergico
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L’orto sinergico è stato ideato negli anni ’80 da Emilia Hazelip, basandosi sulle intuizioni di Masanobu Fukuoka. Esso si basa sul principio che, se la terra fa crescere le piante, le stesse creano autonomamente suolo fertile attraverso i loro “essudati radicali”, le proprietà organiche e la loro attività chimica, microrganismi, batteri, ecc. In pratica questo metodo di coltivazione attua un meccanismo di autofertilità del suolo.

L’orto sinergico ha 4 principi fondamentali:
1) non arare o calpestare la terra
2) non utilizzare nessun tipo di concime chimico o animale
3) non utilizzare nessun tipo di antiparassitario o diserbante
4) utilizzare almeno tre famiglie diverse nella coltivazione.
L’orto sinergico non prevede solo piante ma anche fiori o altro. C’è un po’ di tutto, anche quello che molta gente definisce erbacce. La scelta di non avere solo piante commestibili ma di avere anche fiori è dettata dal fatto che i fiori servono per attirare le api e gli insetti. Infatti, la differenza principale tra la coltivazione biologica e un orto sinergico consiste proprio in questo: nel non utilizzo di prodotti chimici o quant’altro, ma nella esperienza sinergica con la natura e i sui attori.

Vengono create delle aiuole rialzate di piccole dimensioni. Queste aiuole (o bancali) permettono di non calpestare mai la parte coltivata, tant’è che la loro larghezza è pensata proprio per consentire di lavorarci comodamente rimanendo all’esterno della coltivazione. Viene utilizzata la paglia come coprente dell’orto per evitare che la pioggia si porti via la terra, e per mantenere l’umidità quando fa caldo. Infatti, la paglia si decompone e crea l’humus ideale. Lo spazio può variare da 50 metri a quello che si vuole, in base anche al tipo di coltivazione. Il consiglio è quello di partire da qualcosa di piccolo, perché questo ha bisogno di essere curato ed essere osservato in maniera costante e amorevole. In questo modo si può fare esperienza, dal momento che non si tratta di un orto comune. I costi iniziali partono da un centinaio di euro, per l’acquisto di un tubo, la paglia, le piantine, ecc. Costo non esorbitante o diverso da quelli degli orti convenzionali. Quindi oltre ad essere sostenibile dal punto di vista ambientale questa scelta può considerarsi sostenibile anche dal punto di vista economico. Nel tempo potrebbe essere anche un’ottima idea per fare business, ma ancora non abbiamo degli elementi per poter valutarne la possibilità di utile dignitoso. Resta il fatto che, se prima era considerata una moda, adesso viene percepita come un reale bisogno di mangiar sano e di essere un tutt’uno con la natura.

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