Pastorale: in musica, principalmente, è un termine che corrisponde ad un componimento teatrale bucolico
Pastorale è un termine che può avere svariati significati:
Il primo è il bastone del vescovo, lungo e ricurvo in cima, d’oro o d’argento e riccamente ornato. Si regge con la mano sinistra con la parte ricurva verso il popolo. È di origine antichissima e simboleggia l’ufficio di pastore dei fedeli.
Un altro significato può averlo quando ci si riferisce alle Lettere pastorali, che rappresentano un discorso d’istruzione o di edificazione che un vescovo rivolge come pastore al suo popolo sotto forma di lettere al
clero in occasione della quaresima e in altre circostanze. Si chiamano pastorali anche le lettere dirette da San Paolo a Timoteo e a Tito.
Senza dubbio, però, il termine è riconosciuto principalmente nel campo musicale, dove corrisponde:
- a un componimento teatrale su argomento bucolico, con pastori, ninfe, ecc., che l’arte musicale riceve dalla letteratura alla fine del sec. 16° e celebra nei primi saggi di opera: Dafne (1594-95), Euridice (1600), ecc.
- a un pezzo, più spesso strumentale, in movimento calmo e ritmo binario o ternario purché a terzine, a forma di canzone o anche altra a piacere, melodia a modo degli zampognari: esempi celebri presso D. Scarlatti, G. F. Haendel, eec.;
- a un componimento di qualunque genere e forma, evocativo nel carattere, di sentimenti e impressioni quali sono destati, in campagna, battaglia dalla natura (esempio celebre, la sesta sinfonia, “Pastorale”, di L. van Beethoven).