Petrarca, Francesco (Arezzo 20 luglio 1304-Arquà, Padova, 18 luglio 1374); Poeta e umanista.
Petrarca nacque da un esule fiorentino, Pietro Petracco e con la famiglia si trasferì ad Avignone; studiò giurisprudenza a Montpellier (1316-20) e a Bologna (1320-26), ma presto si manifestò irresistibile la geniale inclinazione per la poesia e per gli studi letterari, specialmente dell’antichità classica, della quale ricercò con passione i codici manoscritti, dando avvio all’Umanesimo. Tornato ad Avignone, vi conobbe Laura (1327), forse Laura de Noves moglie di Ugo de Sade, ch’egli cantò nelle sue Rime durante la vita di lei e dopo la sua morte avvenuta nel 1348. Nel 1341 fu incoronato poeta in Roma. Nel 1347 abbandonò Avignone e le curie pontificie con l’intenzione di accorrere a Roma presso Cola di Rienzo; ma scoraggiato dalle notizie intorno al tribuno si fermò a Parma; visse poi a Verona, Padova, di nuovo in Francia (1351-53), poi a Milano (presso i Visconti), a Venezia, a Padova (presso Francesco da Carrara); mori ad Arquà nei Colli Euganei. Onorato da seguaci ed amici (tra cui Boccaccio), ebbe dai vari protettori incarichi politici e diplomatici. Nel Canzoniere (da lui stesso ordinato col titolo Rerum vulgarium fragmenta, come una storia lirica del suo amore per Laura, chiudentesi con la Canzone alla Vergine), con sicura padronanza della forma, cantò il fascino della bellezza, quasi paganamente trasfigurata, di Laura, fonte di speranza e di conforto finché la donna fu viva, di rimpianto e di malinconia dopo la sua morte, e attorno a lei ritrasse la natura con sensibilità quasi romantica. Scrisse inoltre Trionfi, in terza rima (Trionfo dell’Amore, della Pudicizia, della Morte, della Forma, del Tempo, dell’Eternità) e numerosissime opere latine. In poesia: Africa (poema epico, incompiuto); Bucolicum carmen; Epistole metriche. In prosa: Secretum, sorta di confessione che Petrarca fa a S. Agostino; De vita solitaria; De otio religioso; De remedis utriusque fortunae; De viris illustribus, ecc.; alcuni scritti, polemici (tra cui importante il De ignorantia contro l’averroismo aristotelico); raccolte di lettere (Familiari e Senili).