Plasticità rappresenta una specifica peculiarità di molti oggetti e di molte sostanze, in uso comune.
La plasticità è la capacità di molte sostanze, appunto dette plastiche, di sopportare, senza rompersi o disgregarsi, cambiamenti di forma. Vi sono sostanze plastiche, anche a temperatura ordinaria (per esempio la cera e l’argilla), altre sono tali soltanto a caldo (sostanze termoplastiche).
Con significato diverso, per i corpi solidi, la plasticità è la fase di deformazione permanente che si verifica allorché siano assoggettati a sollecitazioni superanti il limite di elasticità, ma ancora al di sotto del limite di rottura. Nei solidi resistenti, come nelle costruzioni, è praticamente impossibile che il limite di deformazione elastica sia raggiunto in ogni punto, e le deformazioni plastiche si producono nei punti e nelle sezioni più cimentate, producendo nelle sezioni vicine uno stato di deformazione elastica che si dice “coazione”.
Alcuni corpi solidi, come il piombo, sono pochissimo elastici e molto plastici, altri, come le sostanze fragili in genere, hanno il limite di plasticità tanto vicino a quello di rottura che la fase di deformazione plastica è senza dubbio inapprezzabile.
Possiamo senz’altro dire che la plastica oggi è il materiale più usato nell’utensileria comune, in quanto principalmente poco costoso e, soprattutto, molto malleabile nelle fasi di lavorazione e produzione.
La plastica è un materiale facilmente riciclabile, quindi ecosostenibile.