Profilo psicologico di Napoleone Bonaparte

Napoleone Bonaparte
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Che tipo di un profilo psicologico viene fuori dalla figura di Napoleone Bonaparte?

Era un grande leader? Era un genio militare? Era un salvatore? Era un meraviglioso innovatore, uno statista o qualcosa di molto meno lusinghiero?

Come la maggior parte grandi uomini della storia, Napoleone è stato molte cose per molte persone. Aveva una personalità complessa, ma ci piacerebbe scoprire il sottile filo che attraversava la sua personalità per fornire una valutazione più approfondita. Aveva un destino, non ci sono dubbi. Ci sono molti punti per tracciare il profilo di questo grande uomo. Lo psicologo inizia col prendere in considerazione i fattori di sviluppo, le ramificazioni familiari e sociali, e una varietà di altre circostanze che spesso determinano il destino.

Non vi è motivo di credere che Napoleone, dall’infanzia, aveva già grandi aspirazioni. Era ben disposto a lavorare sodo e fare tutto il necessario per soddisfare i suoi bisogni. Oltre alla sua intelligenza e la sua forza caratteriale, non aveva molti altri pregi: non era alto, non era bello e non era amabile. Lui aveva capacità di leadership che si manifestarono presto nella vita, ma nessuna abilità sociale. Il suo successo è sempre associato alla sua capacità di persuasione e di esercitare dominio.

Napoleone era assertivo, con una immensa autostima, e cercò sempre di controllare gli altri. Lo si vede in tutta la sua vita: era egoista, spesso sleale, inaffidabile, avido e senza scrupoli. Aveva apparentemente piccoli sentimenti per il suo prossimo, ma chiedeva completa obbedienza da chiunque gli fosse vicino. L’ambizione e l’intelligenza sono le parole chiave della psicologia di Napoleone.

Da un punto di vista psicologico moderno, Napoleone Bonaparte era uno psicopatico, un tipo di persona capace di sopportare ogni sorta di stress e ansia. Dove gli individui più razionali erano cauti e timorosi, lì Napoleone non mostrava alcuna paura. Era un vero genio militare? Era intelligente, sapeva leggere le persone e prevederne le azioni. La sua audacia gli permise (quasi sempre) di agire di sorpresa e sopraffare i suoi nemici.

Napoleone compì molte azioni sleali. Quando la marina britannica lo lasciò bloccato in Egitto, non esitò ad abbandonare le sue truppe e tornare in Francia. Soffrendo il freddo durante la lunga marcia di ritorno da Mosca, nuovamente, abbandonò i suoi uomini e tornò a Parigi. Di fronte alla necessità di sfamare migliaia di prigionieri di guerra, non aveva scrupoli ad ucciderli. Questa è stata sempre la logica napoleonica.

Quando fu esiliato nella piccola isola d’Elba, dopo essere stato sconfitto dagli alleati (inglesi, regno di Prussia, impero Russo, impero Asburgico e alleati minori), non si abbatté, ma addirittura pianificò e realizzò il suo rientro in Francia, formando un nuovo esercito e riconquistando nuovamente il potere. Non essendo capace di suscitare sentimenti d’amore, non ebbe mai un esercito di veri e leali amici, ma seppe coinvolgere la gente e riprendersi la gloria persa, anche se per soli 100 giorni. 

Nel secondo conflitto, gli inglesi combattevano per una causa. Non erano tanto preoccupati dell’esercito francese, ma piuttosto di una rivoluzione, di una rivolta interna dei contadini. Erano pronti a sconfiggere questo concetto a tutti i costi. Napoleone, invece, era in lotta per la continua esaltazione di se stesso.

La storia definisce il Duca di Wellington (generale britannico) un genio militare, dal momento che sconfisse un Napoleone già convinto (per la sua psicopatologia) di vincere. In realtà, era soltanto molto diligente nella sua preparazione della battaglia, fin nei minimi particolari. Quella di Waterloo finì in modo così nefasto perché sopraggiunsero provvidenzialmente i prussiani in aiuto degli agonizzanti inglesi. E dire che circola leggenda che l’attacco francese iniziò in forte ritardo perché Napoleone era spossato da fastidiose emorroidi.

Qui uno psicologo potrebbe andare a nozze, richiamando la teoria di Freud sulla personalità con ritenzione anale (in gergo moderno “un culo stretto”), che associava la condizione medica al profilo caratteriale di persona complicata, esigente ed egoista.

Nel periodo di Sant’Elena, Napoleone non modificò mai le sue convinzioni ed il suo atteggiamento nei confronti della realtà. Continuò a credere che il popolo francese lo amasse e che sarebbe venuto in suo soccorso. Le guardie inglesi lo chiamavano generale Bonaparte, mentre lui costantemente chiedeva loro di essere trattato come l’imperatore Napoleone.

Per la sua grandezza, la sua storia, la sua fermezza e, probabilmente, per il fatto che le masse hanno bisogno di seguire sempre un leader forte (psicopatico o no), Napoleone è considerato dai francesi, ancora oggi, come il più grande francese che sia mai vissuto.

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9 thoughts on “Profilo psicologico di Napoleone Bonaparte

  1. “Chiedeva completa obbedienza a chiunque avesse vicino” grazie al c… era un generale dell’esercito rivoluzionario francese! secondo voi un generale poteva farsi ridere in faccia? “Era intelligente” e allora? Un idiota poteva fare quello che ha fatto lui? La sua personalità é una delle classiche personalita riscontrabili anche in certe persone comuni: autoritarie, arroganti, irrispettose, sfacciate, prepotenti e ambiziose! Se sfruttate in modo sapiente possono portare in alto!

    1. Parliamo comunque di gente che ha fatto la storia del mondo. Persone “autoritarie, arroganti, irrispettose, sfacciate, prepotenti e ambiziose” ce ne sono. Anche Renzi rientra in questo profilo. Non credo, però, che abbia la “statura” di Napoleone.

        1. Si può non essere d’accordo con l’analisi, ma definire “stupida” l’idea di un altro è cosa consentita solo ai grandi uomini come Napoleone e pochi altri. Evidentemente siamo di fronte ad un grande futuro letterato.

    2. È comunque morto giovane e malato, appesantito da una devastante obesità.
      Poco viene detto che Napoleone prima di spirare si è voltato verso il Crocifisso dicendo:” Tete d’Arme”, ovvero il Generale, l’Imperatore rendendosi conto che le false ed ingannevoli luci del mondo per lui sono ormai tramontate, riconosce nel Cristo il suo Generale ed il suo Signore.

  2. Pignolerie da storico, Napoleone prima di essere esiliato all’isola d’Elba, non fu sconfitto dai soli inglesi ma da tutti gli alleati quindi anche da regno di Prussia, impero Russo, impero Asburgico e alleati minori.
    Inoltre Napoleone non fu dannegiato dall’inverno russo nella sua marcia su Mosca ma nella sua marcia di ritorno da Mosca.

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