Si chiamano Rom e sono per antonomasia nomadi
In questo post parliamo del popolo rom, detti anche volgarmente “zingari”.
Hanno una reputazione di essere musicisti di strada e indovini; ma spesso vengono tacciati come ladri, borseggiatori e rapitori.
Molti pensano che hanno qualcosa a che fare con i romeni.
Beh, non proprio, in realtà.
Allora, da dove provengono i rom?
I Rom originariamente provengono dal nord-ovest dell’India (probabilmente da qualche parte nella zona del Rajasthan o Punjab).
E’ difficile da individuare, perché la tradizione è prevalentemente orale, e parliamo di 1.500 anni fa.
I loro parenti più stretti sono probabilmente i Dom, dalla lingua e la cultura simile.
Il Dom probabilmente lasciarono l’India intorno al 500 d.C., stabilizzandosi per lo più in Turchia, Egitto, Iran e Iraq.
La verità è che in realtà non sappiamo perché il popolo rom avesse lasciato l’India, ma sappiamo da documenti scritti che si sono presentati nei Balcani nel 1300.
Quindi continuarono a muoversi verso ovest (Germania nel 1400, Scozia e Svezia nel 1500).
Li troviamo, poi, in Francia nel 1600.
Gli zingari si sarebbero accampati ai margini delle città, gli uomini lavoravano come commercianti di cavalli, mentre le donne facevano le chiromanti.
Principalmente dipendevano dalla generosità della gente locale e quando questa era insufficiente, si aiutavano come potevano.
Ecco perché si sono guadagnati una reputazione spesso giustificata come borseggiatori e ladri.
La Spagna fu il primo paese ad emettere un editto contro gli Zingari nel 1490, che vietava loro abiti, lingua e costumi, nel tentativo di integrarli con la forza.
La Francia e l’Inghilterra emanarono ordini di espulsione nel 1530, e molti paesi dell’Europa centrale costrinsero gli zingari alla schiavitù.
Nel 20° secolo, i Rom ebbero di fronte un nemico molto più sinistro, ovvero Adolf Hitler e i nazisti, che avevano deciso che tutti gli zingari dovevano essere sterminati.
Quando finì la seconda guerra mondiale, si stimò un numero di vittime Rom tra 500.000 e 1.500.000.
Anche dopo aver affrontato l’orrore dei campi di sterminio nazisti, gli zingari hanno continuato a essere emarginati e discriminati, in alcuni casi anche per la loro natura ribelle ed anticonformista.