Sandro Pertini, un grande Presidente della Repubblica

Sandro Pertini
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Sandro Pertini, indimenticato Presidente della Repubblica, personalità straordinariamente umana, che incarnava perfettamente gli ideali di liberazione.

Statista tra i più amati in Italia, ammirato dal popolo al di là della fede politica personale, Sandro Pertini è rimasto negli anni il simbolo della vicinanza del potere politico ai cittadini.

La vita di Sandro Pertini si snoda attraverso le fasi cruciali della Repubblica italiana.

Nato nel 1896 a San Giovanni di Stella, in provincia di Savona, Pertini è un ragazzino quando decide di combattere a fianco delle truppe italiane durante la prima guerra mondiale: nel 1917, per questo motivo, sarà premiato con una medaglia d’argento.

La sua lotta contro il regime fascista è dura e instancabile.

Prima arrestato nel 1925, sarà confinato nel 1926 perché considerato “un avversario intransigente del regime”: vivrà a Parigi e Nizza, prima di tornare in Italia nel 1929 per cercare di riorganizzare il Partito Socialista Italiano.

Ma il 14 aprile 1929, a Pisa è riconosciuto per caso da un fascista, arrestato dalle camicie nere (la guardia fascista) e condannato a quasi 11 anni di carcere.

In carcere conoscerà Antonio Gramsci, con il quale formerà una profonda amicizia.

Sandro Pertini sarà liberato soltanto nel mese di agosto del 1943, poco dopo la caduta del regime fascista.

Egli continuerà a combattere il regime e l’invasione nazista, contribuendo all’attacco di via Rasella, per la liberazione di Roma nel giugno del 1944, a quella di Firenze nel mese di agosto dello stesso anno.

Un capofila che mostra la sua leadership proprio nella data cruciale del destino italiano: il 25 aprile 1945 è proprio lui a proclamare lo “sciopero generale insurrezionale” nella città di Milano.

La carriera politica di Sandro Pertini è segnata da rigide e ferme azioni, che saranno spesso discusse, per la loro autonomia, dal sistema.

Dopo l’assassinio di Aldo Moro, nel Partito Socialista sarà tra i pochi a seguire la linea della fermezza, per il totale rifiuto del dialogo con le “Brigate Rosse”.

L’8 luglio 1978, dopo 16 votazioni, il Parlamento, ancora scosso per l’assassinio di Aldo Moro, elegge Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica Italiana.

La sua straordinaria forza, il suo carisma, la sua reputazione come partigiano, combattente, fiero sostenitore dello spirito nazionale, gli permetterà di guidare l’Italia nei più difficili anni della nostra storia.

Pertini inaugura un diverso ruolo del Presidente della Repubblica italiana, in grado di influenzare i partiti politici, di stimolare la macchina dello Stato, di scatenarsi contro la mafia, la corruzione, la mancanza di etica pubblica: un’autorità forte e una consistenza che nel corso degli anni ognuno riconoscerà.

Tuttavia, il suo rapporto con la gente è quello che segnerà più di ogni altra cosa la sua presidenza, e rimarrà senza precedenti nella storia politica italiana.

Sandro Pertini porta le istituzioni vicine al popolo, grazie alla sua straordinaria umanità, il suo candore, la sua apertura, la sua volontà di rimanere sempre in contatto con la gente comune.

Si rifiuta di abitare nel palazzo presidenziale: invece, decide di vivere in una piccola mansarda, con solo una scorta per la sua sicurezza.

Strenuo difensore della democrazia, tanto da preferire “la peggiore delle democrazie al meglio di tutte le dittature”, combatte senza tregua contro le distorsioni dello Stato italiano, senza mai perdere il legame con la gente e il suo rigore morale.

Alcuni episodi famosi che contribuiranno a fare di lui il più amato dei Presidenti della Repubblica italiana sono la visita di Vermicino, una piccola città vicino a Frascati, nel Lazio, durante i tentativi di salvataggio di un ragazzino, Alfredino Rampi, caduto in un pozzo artesiano.

Iconica è l’esultanza energica durante la finale dei Campionati del Mondo di calcio nel 1982, vinta dall’Italia in Spagna.

Famose, poi, le scene con i bambini, che amavano ascoltarlo durante le sue visite alle scuole di tutta Italia.

Sandro Pertini è morto a Roma il 24 febbraio 1990, all’età di 94 anni.

Personificazione vera e propria dei valori repubblicani italiani, è ancora amato da persone di ogni generazione e di ogni colore politico.

Ci ha lasciato, tra gli altri, l’insegnamento di lottare per ciò in cui crediamo, senza eccezione alcuna.

Egli amava dire: “Nella vita talvolta è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza”.

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