Ugo Foscolo: la vita

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Ugo Foscolo nacque nel 1778 a Zante (Zacinto), una delle isole Ionie sotto il dominio della Repubblica di Venezia.

Suo padre era veneziano, mentre sua madre aveva origini greche. Compì i suoi primi studi a Spalato. Dopo la morte del padre, si trasferì con la madre a Venezia. Seguì con entusiasmo le vicende della rivoluzione francese, animato dagli ideali di libertà e uguaglianza, tanto da arruolarsi nell’esercito napoleonico contro gli austriaci. Il suo entusiasmo si spense, però, dopo il trattato di Campoformio (1797),  che prevedeva la cessione, da parte di Napoleone, di Venezia all’Austria. Foscolo, in quell’occasione, si sentì tradito e decise (anche per motivi di opportunità politica) di trasferirsi a Milano. Proprio a Milano, iniziò la sua prima opera di rilievo, ovvero il romanzo epistolare, di carattere autobiografico, intitolato Ultime lettere di Jacopo Ortis (1798). Scrisse inoltre le Odi (1799 – 1803), i Sonetti (1803) e il carme de I Sepolcri (1806), e cominciò la stesura del poemetto Le Grazie, rimasto incompiuto.
Nel 1808 fu nominato professore di eloquenza all’Università di Pavia, ma la cattedra fu soppressa pochi anni dopo. Nel 1815, rientrati gli Austriaci in Lombardia, Foscolo rifiutò l’importante e prestigioso incarico, offerto da quest’ultimi, di dirigere la Biblioteca Italiana. Quindi, ancora una volta, per motivi ideologici e preferì l’esilio. Andò prima in Svizzera, poi a Londra. Afflitto da difficoltà economiche, gli ultimi anni della sua vita li visse in povertà.
Morì a Londra a 49 anni nel 1827. Nel 1871 i suoi resti furono portati in Italia e sepolti nella basilica di Santa Croce a Firenze, vicino alle tombe dei grandi uomini da lui cantati nel carme dei sepolcri.

Proprio la sua vita irrequieta, fatta di grandi gesti anche irragionevoli, ci deve far comprendere la sua poesia. Egli, figlio di quell’epoca dibattuta, si dimena tra illuminismo e romanticismo. Del primo condivide la concezione della potenza della ragione, del secondo ne apprezza e ne esalta la spinta verso il sentimento, verso gli ideali irrealizzabili. Questo continuo contrasto tra sentimento e ragione provoca l’inquietudine esistenziale profonda che lo caratterizza.

Unica risorsa per risolvere questo contrasto, è la poesia lirica, che sola può dare pace e rifugio. Addirittura, per Foscolo, la poesia classica latina e greca era capace di donare l’armonia e la compostezza capace di appagare il desiderio di pace e serenità. ecco perché egli si ispira alla poesia classica, richiamandone le forme metriche e l’aulicità dei contenuti.

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